Anno: 2016

Nepal: il governo approva le festività di Natale

Katmandu (AsiaNews) – Il governo del Nepal, dopo aver rimosso dal calendario le celebrazioni pubbliche per la festività del Natale ad aprile 2016, ha deciso – in seguito a pressioni da parte di gruppi di minoranze – di indire la festività nazionale.
Per l’occasione, sono stati addobbati negozi e centri commerciali con decorazioni e luminosi alberi di Natale. I cristiani hanno cantato inni, si sono scambiati regali, hanno glorificato la nascita di Gesù Cristo e recitato preghiere. Anche migliaia di non-cristiani hanno preso parte alle festività e alle celebrazioni.
Al programma pubblico delle celebrazioni ha partecipato anche la presidentessa nepalese Bidya Devi Bhandari, che ha presieduto le festività come ospite-capo. Ella si è riferita ai leader cristiani augurandosi che quest’occasione“possa rafforzare i sentimenti d’amore e unità fra i cittadini nepalesi e ispirare tutti quanti al rispetto della Costituzione in nome di un pacifico e prosperoso Nepal”.
Anche il Primo ministro Pushpa Kamal Dahal ha augurato “pace, felicità, prosperità, buona salute, unità e fratellanza a tutti i cristiani nepalesi residenti in patria e all’estero”. Persino l’ex re nepalese Gyanendra Shah e suo figlio si sono uniti alle celebrazioni, presenze viste con sarcasmo da hindu e baba che – secondo i media locali – ambiscono ancora a ristabilire l’induismo come religione di Stato.

Inondazioni in Nepal

Inondazioni e valanghe in Nepal: 39 morti e 28 dispersi
Christopher Sharma

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Da giorni sul Paese si abbattono incessanti piogge monsoniche. Le autorità non hanno i mezzi per mettere in salvo la popolazione. Ponti e case trascinate via; autostrade bloccate; fiumi ai massimi livelli; migliaia di persone a rischio. Si sono salvate solo le case in mattoni. Le persone vivono sui tetti di quelle rimaste o sugli alberi.

Kathmandu (AsiaNews) – Negli ultimi giorni il Nepal è stato colpito da una violenta ondata di piogge monsoniche, che hanno trascinato via abitazioni e baracche. Il bilancio aggiornato parla di almeno 39 persone morte e altre 28 disperse, mentre le squadre di soccorso faticano a raggiungere le zone alluvionate. Prabin Dhakal, vice capo del distretto di Parbat (parte centrale del Paese), ha lanciato un appello a tutti gli abitanti di abbandonare le case e spostarsi in luoghi più sicuri, perché al momento le autorità locali non hanno i mezzi per poter mettere la popolazione al sicuro.
Le zone più colpite sono i distretti della parte centro meridionale del Paese. Le piogge battenti hanno inondato i piani bassi delle abitazioni e trascinato quelle più fragili, molto numerose dato che la ricostruzione post-terremoto va a rilento.
Jitbir Bal, figlio di Man Bahadur, racconta di aver perso il padre e la casa, “spazzati via dall’acqua. Sapevamo dell’arrivo delle piogge, ma non con questa intensità”. Gopal Bahadur Rana, del distretto di Gulmi, riferisce: “Stavamo dormendo quando la pioggia si è abbattuta e ha ucciso i miei figli di 9 e 7 anni. Abbiamo ritrovato i loro corpi solo in seguito”.
Le autorità riportano che si sono salvate solo le case costruite in mattoni. Secondo Saptari Dhan Bahadur Karki, capo della polizia del distretto di Jhapa, coloro “che vivevano in un’abitazione in mattoni ora hanno allestito delle tende di fortuna sui tetti. Gli altri hanno messo le tende sugli alberi o si sono spostati in luoghi più elevati. Le persone non hanno cibo né vestiti per coprirsi”.

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Gli ultimi dati parlano di almeno 200 case ricoperte dall’acqua nel bazaar di Setibeni, distretto di Parbat; nel distretto di Jhapa più di 3mila persone sono sfollate, così come altre 2mila nei villaggi di Bhadrapur, Prithvinagar, Kechana, Pathamari e Kumarkhed.
Le piogge hanno abbattuto ponti e bloccato le principali arterie del Paese, tra cui l’autostrada Siddharta, [la più importante del Nepal, che collega la regione meridionale del Terai con le zone montuose a nord, ndr]. L’esercito, le forze di polizia e squadre locali sono all’opera per liberare le strade. Le autorità sono preoccupate per l’innalzamento del livello dei fiumi e tengono in costante controllo il territorio, dove migliaia di persone sono a rischio.

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padre Giuseppe Pauria in Italia

Gentili sostenitrici e sostenitori bambini di Nepal e India, cari saluti.
Ho avuto una bella sorpresa: il 1° e il 2 giugno è venuto a trovarmi padre Giuseppe Pauria, parroco di Berhampore, ora ha un altro incarico a Calcutta.
Era a Roma per un corso di aggiornamento, mi ha telefonato il 29 maggio se ero disponibile ad ospitarlo per due giorni, avrebbe gradito conoscermi, combinato il soggiorno.
Mi ha informato della situazione della sua comunità, fino a due mesi fa.
Padre Vincent sosteneva 50 bambini e bambine vitto e alloggio per 5 giorni la settimana perché potessero frequentare la scuola, loro abitano in villaggi lontani e senza mezzi di trasporto.
Padre Giuseppe ha portato a 70 gli ospiti bisognosi, ma era in difficoltà per pagare il tutto.
Il nuovo parroco padre  Shanti Soren ora è nella stessa situazione: mancanza di fondi, speriamo che la Provvidenza arrivi presto ad aiutare.
Avrei voluto fare un incontro ma non c’era il tempo per organizzarlo.
Spero di trovare altri sostenitori, sarà difficile, mi auguro di non perderne altri.
Grazie a tutti e cordiali saluti
Ottorino
Siamo stati ad Oropa, tanto contento del bel santuario e di aver concelebrato con il rettore.

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