Anno: 2008

Natale 2008

Buon Natale! Spero tanto che stia bene. Oggi e’ la fest di Sacra Famiglia. Vi ho ricordato nella mia Santa Messa. Non ti ho scritto prima di Natale, ero occupatissimo con molte cose. Oggi di nuovo iniziato la scuola per quelli devono fare gli esami statli nel mese di marzo 2009. Hanno gli esami di preparazione dal 19 Gennaio 2009. Gli altri sacerdoti sono andati in Vacanza per il Natale. Ero solo per il Natale a casa. Lo stesso ho celebrato il Natale alla parrocchia e con gli amici ed aiutanti. Spero che hai ricevuto le letterine. Te ne mancano alcune lettere, adesso sto preparando le foto e le letterine. Te ne mandero’ alla fine di questa settimana- per augurare il Buon Anno Nuovo. Grazie mille. Caio! Auguri di ogni bene. Affetto.
Padre Vincent Mondol

Ufficio ONU a Kathmandu

“Grazie a un lavoro comune, riusciremo a fare dell’Asia intera e della regione del Pacifico un centro mondiale per la pace e il disarmo”: è la speranza espressa dal segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, in occasione dell’apertura oggi a Kathmandu di un ufficio dell’Onu incaricato di “costruire la fiducia” tra stati a partire dalle esigenze della sicurezza. All’inaugurazione del Centro regionale per la pace e il disarmo in Asia e nel Pacifico (Unrcpd) di Kathmandu hanno partecipato diversi rappresentanti del governo nepalese e del segretariato generale delle Nazioni Unite. L’ufficio dell’Onu dovrebbe favorire il dialogo tra i 43 paesi dell’area, soprattutto in materia di proliferazione nucleare, traffico illegale di armi, rischi e conseguenze di possibili conflitti. Ospitato per 20 anni nella sede newyorchese del Palazzo di Vetro, il Centro regionale dipende finanziariamente dai contributi dei paesi “donatori” e, per il suo successo, dalla collaborazione dei governi nazionali.[ VG] Copyright © MISNA

Lettera p. Vincent Luglio

Saluti cari da kathmandu. Stiamo bene ma non tanto mentalmente. Siamo stai disturbati dalla uccisione  din uno dei nostri Sacerdoti salesiani vicino Biratnagar il 1 Luglio 2008. Anche noi simo sotto minaccio da stesso gruppo di terroristi. La scuola e’ aperto e gli esami di Primo Termo vanno avanti in questi giorni. C’e una mancanza acuta di gasolio nel paese. Non sappiamo quando dobbiamo chiudere a scuola. I prezzi delle cose sono aumentati finao al cielo. La vita e’ molto difficile in questi giorni. Neanche possiamo dormire tranquilmente alla notte. Di una preghiera per noi tutti. Il preside della scuola e’ sotto minaccio di vita. Ma ho fiducia in Dio e andiamo avanti con nostro lavoro. Grazie mille.

Padre Vincent Mondol

Assassinio prete salesiano

È stato ucciso alle prime ore del giorno don Johnson Moyalan, missionario salesiano indiano di 60 anni che lavorava alla Don Bosco School di Sirsia, in Nepal a soli 15 chilometri dal confine con l’India. La conferma è arrivata alla MISNA questa mattina dalla casa generalizia dei Salesiani a Roma. Secondo l’agenzia di stampa dei salesiani, ‘Ans’, don Moyalan è stato ucciso all’una del mattino di oggi quando un gruppo di 4 o 5 persone armate (“probabilmente ladri” scrivono i salesiani) sono entrate nella missione e hanno costretto il guardiano notturno a condurli nella casa. Il vice parroco, don Mathew Puthuppallil, sentiti i rumori ha chiesto subito soccorso con il telefonino. Gli aggressori lo hanno prontamente rinchiuso nella sua camera. Successivamente si sono recati nella stanza di don Johnson Moyalan. “Non si sa con precisione cosa sia accaduto. Dopo circa 15 minuti gli assalitori sono andati via lanciando delle piccole bombe“ scrive ancora Ans, aggiungendo che gli abitanti della zona sono intervenuti liberando prima don Puthuppallil e poi trovando il corpo di don Moyalan nella sua stanza. Il cadavere presentava i segni di due colpi di fucile. Nella nota, i salesiani descrivono don Johnson Moyalan come “un salesiano attivo ed entusiasta, impegnato nel lavoro educativo-pastorale della missione di Sirsia dipendente dall’opera di Dharan“. Nato a Ollur, in Kerala, nel 1948, don Moyalan divenne salesiano nel 1967 e fu ordinato sacerdote nell’Ispettoria di Bangalore nel 1977. Dopo essere stato per diversi anni vice parroco in molte zone dell’Andhra Pradesh (INH), fu dal 1986 al 1994 direttore delle comunità di Pezzonipeta, Kadapa e Hyderabad. Giunto a Dharan nel 1996, si trasferì nel 2000 nella nuova presenza missionaria di Sirsia, dove i salesiani operano tra la povera gente con una scuola elementare e una parrocchia. Il funerali avranno luogo nella Basilica di Bandel non appena la salma giungerà dal Nepal a Calcutta. [MZ] Copyright © MISNA

Nascita Repubblica del Nepal

Mettendo fine a 240 di monarchia, l’Assemblea Costituente ha formalmente proclamato oggi la nascita della Repubblica del Nepal. Il testo votato nelle ultime ore stabilisce che “il paese diventa uno stato indipendente, indivisibile, sovrano, laico e una repubblica democratica; il 29 maggio è stato dichiarato giorno della repubblica”. Tutti i privilegi accordati al re e alla famiglia reale cessano oggi la loro validitá si legge in un passaggio nel documento; la neonata repubblica sará guidata da un presidente con ruolo di garante, con i poteri decisionali affidati al primo ministro, capo del governo. Il sovrano Gyanendra avrá 15 giorni di tempo per lasciare il suo palazzo che sará in seguito trasformato in un museo.
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Migliori condizioni per le donne

“L’abolizione della monarchia è un bene per le donne nepalesi, ed anche per gli altri esclusi, perché stabilisce l’illegittimitá di un sistema e un modo di pensare in cui ci sono esseri umani superiori agli altri. In una Repubblica, invece, tutti i cittadini sono uguali”, cosí dice alle MISNA Anu Prasai coordinatrice del progetto Sharma della Fondazione Pangea. “C’é poi la soddisfazione di aver visto la partecipazione di cosí tante donne, un terzo dell’Assemblea Costituente, in un momento fondamentale della storia del paese” continua l’interlocutrice che guida un programma di istruzione e microcredito destinato alle donne nelle zone rurali.
“Negli ultimi dieci mesi, il governo ad interim nepalese nato con l’accordo di pace del 2006 con l’inclusione dell’ex ribellione maoista, ha varato numerosi provvedimenti in favore delle donne, dei dalit e delle minoranze etniche”,ricorda Prasai. Tra i più significativi la legge sulla cittadinanza che permette anche alle madri di registrare i figli all’anagrafe; fino a poco tempo fa solo i padri e i fratelli potevano farlo con la conseguenza che le femmine non venivano registrate, poiché recarsi all’anagrafe significava lasciare le montagne o i campi per un viaggio verso il primo grande centro abitato, uno sforzo che si faceva solo per i maschi, lasciando migliaia di donne senza cittadinanza e diritti. “La normativa non risolve la discriminazione femminile, ma è un passo avanti” dice Prasai che aggiunge: “l’altra importante normativa é stato introdurre nell’Assemblea costituente una quota del 33% di donne, scelte tra i partiti in proporzione ai voti. Un meccanismo simile si vuole conservare anche nel prossimo Parlamento, e ció aiuterá le donne a esercitare concretamente il loro potere. Anche se ci si impegnava in politica, infatti, era raro che le donne fossero candidate o sostenute dai partiti”.
Simili quote sono state approvate anche per i dalit, (fuori casta), che sono stati il 9% dell’Aula, e per le minoranze etniche. Non è chiaro, ancora, come questi sistemi saranno incorporati ora nella prossima legge elettorale; il metodo più probabilmente sembra sia l’obbligo per i partiti di introdurre un 33% di candidature femminili nelle liste e altre percentuali per dalit e minoranze. Tutti provvedimenti che collidono con la visione della monarchia, indiscutibile e radicata sui
privilegi, che il sovrano Gyanendra si era ostinato a difendere.
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ex re Nepal lascia il palazzo

L’ex re Gyanendra del Nepal, deposto dopo la recente abolizione della monarchia, ha chiesto che le autoritá  proteggano lui e la sua famiglia e lo aiutino a trovarsi un  nuovo alloggio. Lo riferisco i giornali filogovernativi  nepalesi secondo cui l’ex monarca ”ha espresso l’intenzione  di conformarsi alla storica decisione dell’assemblea  costituente (che ha abolito la monarchia) e di “lasciare  pacificamente il suo palazzo”. Ieri Gyanendra aveva ricevuto  una lettera che lo invitava ufficialmente a lasciare il  palazzo per un’abitazione privata entro i prossimi 15 giorni.  L’assemblea costituente, che dovra’ dare al Nepal una nuova  costituzione, ha giá deciso l’abolizione della monarchia,  vecchia di 240 anni, e da tre giorni lo stato himalaiano è  ufficialmente una repubblica.
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Elezioni per nuova Costituzione

“I partiti politici hanno la cruciale responsabilità di assicurare che i votanti possano esercitare liberamente il loro diritto democratico di voto segreto, senza temere violenze, intimidazioni o manipolazioni”: è quanto ha ricordato il Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon in un messaggio video diffuso ai media nepalesi a due giorni dalle importanti elezioni nel paese himalayano, uscito nel 2006 da una decennale rivolta armata maoista, per scegliere i membri l’Assemblea Costituente, incaricata di redigere la nuova Carta costituzionale. Numerosi episodi di violenza hanno accompagnato la campagna elettorale, chiusasi ieri, come scontri tra attivisti e lancio di ordigni esplosivi nei raduni politici e in una moschea, che hanno provocato morti e feriti. La missione Onu in Nepal ha più volte sollecitato i partiti a tenere sotto controllo i propri attivisti, in particolare l’ala giovanile del partito comunista maoista (ex formazione ribelle oggi al governo) accusata in particolare dei disordini. Oggi i maoisti hanno accusato a loro volta i sostenitori del re Gyanendra di aver incitato le violenze. La Costituente avrà il delicato incarico di decidere il nuovo assetto istituzionale del paese, attualmente una monarchia induista; i maoisti chiedono la trasformazione del Nepal in una Repubblica laica, al contrario di forze tradizionaliste e nazionaliste mentre altri vorrebbero conservare la monarchia ma con soli poteri cerimoniali. Altro punto critico nel nuovo assetto del paese sarà l’organizzazione amministrativa, in una nazionale abitata da numerose minoranze etniche e che nell’ultimo anno ha visto la sollevazione delle popolazioni della piana del Terai che lamentano l’esclusione dai centri decisionali. Per evitare la possibile intrusione dall’India di elementi facinorosi che possano creare disordini durante le elezioni Kathmandu e New Delhi hanno convenuto di chiudere, da oggi fino a voto avvenuto, la frontiera tra i due paesi. I nepalesi iscritti nelle liste dei votanti sono 17,6 milioni; la commissione elettorale ha reso noto di avere allestito 20.888 seggi in tutto il paese.[BF]
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