Violente proteste maoisti

Kathmandu (AsiaNews) – In Nepal il processo di pace è messo a dura prova dagli recenti casi di violenza che si sono verificati in questi mesi. L’ultimo scontro è avvenuto domenica scorsa lungo le strade di Kathmandu, dove i maoisti si sono uniti in una manifestazione di protesta, una delle più violente dal loro abbandono del governo avvenuto mesi fa.

Gli agenti di polizia, presi di mira dal lancio di pietre da parte dei manifestanti, sono intervenuti in tenuta anti sommossa lanciando lacrimogeni e arrestando almeno 70 persone per atti di vandalismo. Per quanto riguarda i feriti, se ne contano almeno 100 tra i dimostranti.

Le violenze che si sono verificate domenica scorsa sono il risultato di un continuo clima di tensione che da mesi si trascina in Nepal. Manifestazioni, sequestri di terre e diversi scioperi hanno fatto da contorno ad una controversia nata nel mese di maggio. Era successo che il governo, all’epoca guidato da Pushpa Kamal Dahal, leader dei maoisti, aveva deciso la rimozione del comandante dell’esercito Rookmangud Katawal in quanto ritenuto colpevole di aver impedito l’ingresso nell’esercito agli ex ribelli maoisti.

I maoisti si sono poi rivolti al presidente del Nepal, Ram Baran Yadav, chiedendo di confermare la decisione di rimozione del comandante, ma la richiesta però non è stata esaudita. Decisione questa, presa in accordo con il nuovo primo ministro Madhav Kumar Nepal che ha poi scatenato l’ira degli ex ribelli.

In seguito a tutto ciò  i maoisti hanno quindi deciso di abbandonare il governo, mettendo in atto varie proteste e manifestazioni.

Tuttavia è dal 1996 che i maoisti conducono una guerriglia contro il governo centrale palestinese. Guerriglia che non sembra dunque placarsi e che contribuisce a rendere più instabili gli equilibri del Nepal.

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